La storia che avete letto in Montagne spinte dal vento è ispirata a una leggenda vichinga.
Aun fu uno dei re leggendari svedesi, una dinastia di re appartenenti al casato degli Yngling che vengono ricordati solo all'interno di saghe mitologiche, quindi senza nessuna conferma sulla loro reale esistenza al di fuori delle leggende. Tutti costoro vengono spesso descritti come semidivini o comunque con caratteristiche sovrumane.
Aun compare nella Saga degli Ynglingar, un'opera scritta nel 1225 circa dal poeta islandese Snorri Sturluson, facente parte di una saga più ampia, l'Heimkringla. Nella Saga degli Ynglingar si parla dei primi re norvegesi, la cui dinastia fu fondata da Freyr stesso, una delle divinità più importanti della mitologia norrena
Aun, altrimenti detto Aun il Vecchio, viene descritto come un uomo saggio e poco incline alla guerra e alle razzie, contrariamente alla prassi di quel tempo.
Quando ebbe sessant'anni sacrificò uno dei suoi figli a Odino, ottenendo in cambio altri sessanta anni di vita.
Passati cinquant'anni e sentendo avvicinarsi nuovamente la sua ora, re Aun sacrificò il suo secondo figlio. Odino a questo punto gli rispose che sarebbe rimasto in vita finché avesse sacrificato un figlio ogni dieci anni.
Aun accettò il patto, ma si dimenticò di chiedere l'eterna giovinezza: quando sacrificò il settimo figlio era così vecchio che non poteva più camminare. Quando toccò all'ottavo, non poteva nemmeno lasciare il suo letto. Al nono non riusciva neanche più a nutrirsi da solo. Eppure, tenace quanto folle, resisteva a discapito della vita dei suoi figli.
Quando fu il momento di sacrificare il suo decimo e ultimo figlio gli svedesi non glielo permisero, stanchi di quell'orrore. Aun morì e il suo decimo figlio, Egil, successe al trono.
Ancora oggi in Scandinavia è in uso il modo di dire malattia di Aun per coloro che muoiono di vecchiaia nel proprio letto.