Si definisce "nihonga" lo stile di pittura tradizionale giapponese. E' quello che viene di solito in mente quando si pensa all'arte del giappone: dipinti realizzati a pennello su seta o su washi (carta giapponese fatta a mano), in bianco e nero o con pochi colori, mai forti, quasi eterei. Il più delle volte non c'è sfondo nè "terreno" sotto i piedi dei personaggi che sembrano quasi volare, e questa sensazione di "leggerezza" è la principale fonte d'ispirazione per le città volanti fatte di luce solida dell'impero giapponese in Ucrònia.
Tutti i materiali utilizzati sono di origine naturale, sia le tele che i colori. Questo stile e queste tecniche hanno una tradizione millenaria, ma il termine "nihonga" è stato coniato solo nel periodo Meiji, tra il 1868 e il 1912, per distinguerle dallo "Yōga", che riguarda invece le opere che sono realizzate usando tecniche e materiali di provenienza occidentale.
A tutt'oggi molti artisti giapponesi continuano a dipingere utilizzando le tecniche, i materiali e lo stile del Nihonga. Il termine “Neo-Nihonga” è stato coniato nel 2001 dall'artista Tenmyouya Hisashi. Semplificando, potremmo dire che si tratta di applicare tecniche e materiali moderni allo stile Nihonga.
Quello che interessa a noi non è tanto l'aspetto più tecnico del Neo-Nihonga, quanto i soggetti che alcuni artisti hanno deciso di rappresentare, e che hanno davvero l'aspetto di un qualcosa che potrebbe appartenere all'impero del sol levante della nostra ucronia. Vengono infatti a volte rappresentati soggetti non solo moderni, ma addirittura futuristici, con lo stile di disegno proprio della tradizione millenaria giapponese.
Due in particolare sono gli artisti che popolano le loro opere di suggestioni fantascientifiche, e qui di seguito vi presentiamo le loro opere.
TENMYOUYA HISASHI
AKIRA YAMAGUCHI
E voi, conoscete altri esempi di "arte ucronica" che vi ricordino passaggi letti in Ucrònia? Sentitevi liberi di segnalarli nei commenti!